top of page

Progetto educativo 2023/2024

L’asilo nido La Casa di Pisolo e Pandina è una struttura prevalentemente in open space di circa 200 mq, a misura di bambino.

​

Provvisto di spazio esterno appena ristrutturato e di cucina interna, accoglie sino ad un massimo di 24 bambini creando un contesto comunitario familiare.

​

La struttura è caratterizzata da arredi ad altezza di bambino che ne rendono più semplice l’appropriazione dello spazio e delle autonomie personali.

​

La scelta di avere una struttura non solo bilingue, ma bensì trilingue, deriva da una forte consapevolezza che ad oggi parlare più di due lingue permette di aprire la nostra mente a nuove culture, nuove prospettive. Una lingua dice molto di una cultura e saper parlare la lingua aiuta a guardare oltre i pregiudizi. Magari in una lingua un modo di esprimersi è considerato normale, mentre nella nostra suonerebbe scortese. Sapere altre lingue, ci rende più aperti ad altre usanze, modi di dire, formalità etc.  

​

L’apprendimento delle lingue straniere è ritenuto strategico nella formazione dei bambini. Le basi di questo processo si pongono positivamente già dai primi anni di vita, età ideale per accostarsi a suoni diversi e a familiarizzare con altri “codici linguistici”.

Le motivazioni che inducono ad essere favorevoli all’introduzione precoce di lingue straniere nei bambini sono di ordine sociopsicologico: i bambini sono in un’età in cui l’apertura e l’attitudine verso nuovi apprendimenti sono nel pieno delle potenzialità.

​

Altrettanto significativi sono l’estrema capacità a memorizzare e la curiosità verso le novità.

​

I bambini, inoltre, hanno un approccio molto più naturale verso la lingua straniera che permette loro di acquisirla in modo più spontaneo e con una maggiore semplicità. Infatti, coloro che in età precoce sono stati esposti all’apprendimento di un’altra lingua, diversa da quella materna, dimostrano in seguito una maggiore scioltezza nell’approcciarsi alla nuova lingua e meno difficoltà di apprenderla.

​

La nostra idea è quella di creare un sistema progressivo che accompagnerà i bambini verso l'età adulta, con un approccio interculturale, che favorirà, assieme all'apprendimento delle lingue straniere, anche lo sviluppo di un'attitudine all'apertura e al confronto. Iniziare, quindi, con i bambini dell’asilo nido ed accompagnarli, scuola dopo scuola per creare un ambiente in cui comunicare in tre lingue - italiano, inglese e tedesco - sia naturale.

IMG_20220713_212849_880.jpg
IMG_20220713_212849_546.jpg

Orientamenti pedagogici del nostro agire educativo:

Elinor Goldschmied

per quel che riguarda la concezione del gioco (gioco euristico, cestino dei tesori). L’attività consiste nel far giocare i piccoli “senza giochi”, viene proposta in quel periodo di vita in cui sono in grado di stare seduti. Viene messa a disposizione una cesta, solitamente in vimini, piena di oggetti di uso comune che siano di materiale naturale.

​

Lo scopo del “cestino dei tesori” è quello di offrire la massima varietà di stimoli ai cinque sensi attraverso l’esplorazione. I bambini saranno liberi di guardare, toccare, scuotere, battere, leccare gli oggetti, annusare ma soprattutto si  nota come inizieranno a selezionare alcuni e scartarne altri, e come probabilmente torneranno sul loro oggetto preferito, ciò stimolerà lo sviluppo della capacità di scegliere, di prendere decisioni.

I materiali più utilizzati sono il legno, il cartone, la stoffa.

​

Tra gli oggetti del cestino proponiamo pigne, scatoline, mestoli da cucina, conchiglie, grosse castagne, tessuti vari, palle di lana. Il tutto delle dimensioni adatte per garantire la sicurezza durante il gioco.

Il ruolo dell’educatrice secondo Elinor consiste nell’osservare i bambini senza intervenire, stando vicino a loro. Il livello di concentrazione dei bambini durante l’attività è altissimo, pertanto, l’intervento dell’educatrice potrebbe distrarre dal gioco.

2

Maria Montessori

per quel che riguarda il concetto di libertà del bambino e l'atteggiamento che deve avere l'educatore nei confronti del bambino, ossia di lasciarlo fare da solo.

 

Ciò che rende così attuale e prezioso oggi questo modello educativo è proprio il sistema di relazioni che crea e permette di vivere liberamente, facendo del detto “sbagliando si impara” uno spirito guida senza tempo e età.   L’ambiente montessoriano deve essere favorevole e accogliente e realizzato in modo da poter permettere lo sviluppo di tutte le facoltà cognitive, sociali e morali di ognuno.

​

Questo tipo di ambiente favorisce il piacere di apprendere senza ricorrere a premi o castighi, ma semplicemente suscitando e stimolando l’interesse del bambino.

3

Emmy Pikler

per avere sviluppato un metodo di cura e di educazione basato sulla promozione della autonomia e della capacità di movimento dei bambini.

​

Il suo metodo si basa sul concetto che i bambini hanno un innato desiderio di scoprire e di imparare attraverso il movimento e il gioco libero.  Secondo Pikler, è importante fornire ai bambini un ambiente sicuro e stimolante, dove essi possono esplorare e sperimentare in modo autonomo, senza essere troppo guidati o controllati dall’adulto.

​

Infine, il suo metodo enfatizza l’importanza dell’osservazione e della comprensione dei bisogni e delle capacità dei bambini. Secondo lei gli adulti dovrebbero osservare attentamente i bambini e rispondere alle loro esigenze in modo appropriato, senza imporre il proprio punto di vista e le proprie aspettative.

4

Loris Malaguzzi

per aver sottolineato il ruolo attivo del bambino nel proprio processo di conoscenza. Nel suo percorso viene guidato dai propri interessi e dalla relazione con gli altri. Il bambino viene lasciato libero di interagire con l’ambiente circostante. È un apprendimento che funziona lasciando che il bambino ne sia protagonista in modo naturale, atteggiamento innovativo rispetto ai metodi dell’epoca che privilegiavano un passaggio di nozioni dal docente al bambino, relegato in ruolo passivo.

L'orientamento pedagogico che guiderà il nostro agire quotidiano non sarà dettato da un solo filo conduttore, ma da più approcci pedagogici-culturali, delineati non solo da una conoscenza teorica ma anche da esperienze vissute.

Dalla riflessione di questi spunti pedagogici è emersa la nostra idea di bambino come individuo unico con la sua personalità e costruttore delle proprie conoscenze. Al centro del nostro agire educativo ci sarà il bambino, come soggetto individuale, con i suoi propri interessi, con potenzialità e curiosità, che verranno stimolati continuamente dall'ambiente circostante, grazie al quale il bambino potrà apprendere secondo le sue modalità e tempi.

​

Quindi il bambino imparerà attraverso le varie esperienze adeguate al suo livello di sviluppo.

​

Educare non significa creare certezze, conoscenze stabili, bensì fornire strumenti di riflessione e rilettura della realtà, stili cognitivi proiettati alla ricerca, per rileggere i contesti di vita da più punti di vista e giungere alla definizione di saperi condivisi provvisori, dando avvio a un processo di interiorizzazione, indispensabile per il raggiungimento delle conoscenze.

Abbiamo per questo deciso di sottolineare gli obiettivi che guideranno il nostro agire educativo:

​

  • rispettare e valorizzare le differenze e le identità di ciascun bambino/a;

​

  • favorire il rispetto reciproco attraverso le attività in piccolo gruppo e il gioco libero;

​

  • favorire lo sviluppo del linguaggio, della motricità, dell'autonomia di ciascun bambino-genitore, instaurare un rapporto di fiducia e collaborazione con la famiglia;

​

  • favorire l'apprendimento inteso come un processo che deriva dall'esperienza.

Per cui la nostra progettazione del programma educativo della fascia 3-36 mesi riguardano le seguenti aree:

​

Area linguistica: favorire l'acquisizione di una competenza linguistica e comunicativa promuovendo tutti gli aspetti del linguaggio.

​

Area logica: incoraggiare lo sviluppo di abilità di tipo cognitivo associato alla capacità di riconoscere i riferimenti dello spazio delle forme e dei colori.

​

Area scientifica: favorire l'attitudine a saper osservare fatti e fenomeni dell'ambiente circostante potenziando la spinta ad esplorare, sperimentare, scoprire e capire.

​

Area psicomotoria: promuovere la presa di coscienza del valore del proprio corpo e della sua motricità.

​

Area psicosociale: promuovere l'identità personale, stimolare l'autonomia in riferimento alle routine e all'ambiente; sviluppare le relazioni interpersonali con gli altri bambini e con gli adulti con l'ambiente.

bottom of page